Descrizione
La raccolta degli scritti che nell’arco di quasi quarant’anni Giuliano Briganti (1918-1992) ha dedicato a Roberto Longhi (1890-1970) costituisce una sorta di esame di coscienza in pubblico sulla natura dei rapporti tra un maestro e un allievo. Le personalità in causa sono tra i maggiori storici dell’arte del Ventesimo secolo e il loro dialogo risale ben più indietro nel tempo del più antico dei testi che compaiono in questo volume: infatti Giuliano conosceva Longhi fin dall’infanzia. A questo versante, più privato, del loro rapporto è dedicato il volume curato da Laura Laureati, che contiene l’intero carteggio Briganti-Longhi, ed è pubblicato in queste stesse edizioni. I testi raccolti qui sono di natura diversa e vanno dalla celebrazione di Longhi nel 1955 sulle pagine della «Fiera letteraria», dove Briganti festeggiava il maestro in compagnia di Cecchi, Toesca, Contini, Bassani, Bertolucci, Volpe, Pallucchini, Soldati…, fino ai tanti interventi sulle pagine della «Repubblica», il quotidiano a cui Briganti ha dedicato decenni della sua attività, cercando di mettere a punto uno stile di informazione, accessibile e chiaro, non vanamente polemico, ma percorso da un’ininterrotta tensione civile. In questo campionario di scritture non manca una prova narrativa, in cui il ricorso al sogno è un altro modo per affrontare l’ombra del maestro. Sullo sfondo di questi scritti scorre il panorama della storia dell’arte in Italia nel secondo Novecento, tra editoria, università e sostanziale, progressiva, perdita di autorevolezza culturale.
Giuliano Briganti, laureatosi a Roma con Pietro Toesca con una tesi su Pellegrino Tibaldi, è stato allievo di Roberto Longhi e suo assistente a Firenze nei primi anni Quaranta del Novecento. Ha insegnato Storia dell’arte moderna, prima, e contemporanea, poi, all’università di Siena e, dal 1983, Storia dell’arte moderna all’università di Roma. Ha scritto alcuni libri fondamentali: La Maniera italiana (1961), Pietro da Cortona o della pittura barocca (1962), Gaspar van Wittel «pittore di Roma moderna» (1966) e I pittori dell’immaginario (1977). Dal 1965 al 1968 è stato collaboratore dell’«Espresso» e, dal 1976 fino alla morte, della «Repubblica».
GN_invito Presentazione Briganti-Longhi
Fondazione Zeri_Giovedì 5 maggio
RECENSIONI
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Luca Scarlini_IL FOGLIO_25_03_2022
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Maurizio Cecchetti_Carteggi_Longhi tra Zeri e Briganti, lettere e dissensi_Avvenire.it_05_02_2022
r.c._Occhi magici davanti ai capolavori_Gazzetta di Parma_17_02_2022
Roberto Longhi e Giuliano Briganti nelle nuove uscite di Archinto editore_aise_20_02_2022