Descrizione
Questi tre testi sono un tentativo di esaminare le influenze del perdurare mutante delle ideologie che guidano il formalismo dell’architettura di successo dei nostri anni, confrontandole con ciò che è autenticamente, per l’autore, l’architettura come pratica artistica nella tradizione del moderno. Lo scritto muove distinguendo l’idea di modernismo come necessità mercantile di attualità da quella di ornamento moderno e della sua progressiva acquisizione dei valori della storia e della nostra disciplina e dei contesti come materiali essenziali di cui proporre una modificazione creativa che affronti con i primi frammenti di verità le contraddizioni del presente. Contraddizioni che sono oggi i fondamenti delle difficoltà urbane e dello sviluppo delle loro periferie e contraddizioni che hanno caratterizzato anche lo sviluppo e le difficoltà dell’architettura italiana degli ultimi settant’anni.
Vittorio Gregotti, nato nel 1927, si è laureato in Architettura nel 1952 al Politecnico di Milano. Nel 1974 ha fondato la Gregotti Associati. Dal 1978 al 2000 è stato professore ordinario di Composizione architettonica presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ha insegnato presso le Facoltà di Architettura di Milano (dal 1964 al 1967) e Palermo (dal 1968 al 1973). Dal 1974 al 1976 è stato direttore del settore arti visive ed architettura della Biennale di Venezia. È stato visiting professor presso le Università di Tokyo, Buenos Aires, San Paolo, Losanna, Harvard, Filadelfia, Princeton, Cambridge (U.K.) e all’M.I.T. di Cambridge (Mass.). È stato responsabile della sezione introduttiva della XIII Triennale (Milano 1964), per la quale ha vinto il Gran premio internazionale. Gli è stata conferita la laurea honoris causa dal Politecnico di Praga nel 1996, dalla Facoltà di Architettura del Politecnico di Bucarest nel 1999 e dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Porto nel 2003. È accademico di San Luca dal 1976 e di Brera dal 1995, dal 1999 è membro onorario dell’Ameri can Insti tute of Architects. Nel 2000 ha ricevuto la medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica quale «Beneme rito della scienza e della cultura». È stato direttore di «Edilizia Moderna» e responsabile del settore architettura della rivista «Il Verri»; poi direttore di «Rassegna» e di «Casabella». Dal 1984 al 1992 ha curato la rubrica di architettura di «Panorama». Collabora con le pagine culturali del «Corriere della Sera» e di «Repubblica». Dal 1966 ha scritto circa trenta libri tradotti in molte lingue.
RECENSIONI
Pierluigi Panza_Architettura come ideale, non stile_Corriere della Sera_16_04_2018